Assunto, tesi, ipotesi. Nella scienza funziona così…
Ne ho ricordo da cinque fantastici anni di scuola, da quel del ridente Liceo Scientifico Donatelli-Pascal meneghino, in cui scelsi la matematica con tanto di sperimentazione e come professoressa di italiano e latino mi ritrovai di fronte una delle SS dell’istruzione: la Stangherlin. Che dico: un nome, un programma. Tanto che, ad oggi, io ricordo ancora di che colore Dante aveva le mutande quando incontrò Virgilio! A pois. E penso le cambiasse anche, tra un cantico ed un rapido bidet nei bagni pubblici risaputamente situati nel quarto girone. Ma comunque.
Nei miei cinque fantastici anni di liceo -in cui ricordo una ragazzina saccente, irriverente ed inspiegabilmente adorata dai professori- tra una nota per un volo ad angelo magistralmente compiuto in classe, le partite a carte svolte agli ultimi banchi della sezione C durante una qualsivoglia lezione ed il libretto dei voti lanciato dritto in faccia alla Capoccia, mitica professoressa di scienze, a seguito di un 2 ingiustificato…ho anche reminiscenze di assunti, tesi ed ipotesi.
Ebbene, l’attuale assunto della mia vita è facile facile, rapido e non propriamente indolore: sono ancora nella merda fino al collo.
Anche dimostrarlo è roba da poco: ho usato la caparra lasciata un anno fa per pagare l’affitto di luglio e accendo un cero ogni mercoledì sera dopo mezz’ora di pianti e disperazione urlata al soffitto di camera mia.
C’è da dire che mi hanno appena presa per lavorare in una palestra a Barberini e dovrei cominciare lunedì.
Che io il bonci-bonci del vincere facile l’ho dovuto giocare per forza di cose dopo luce, gas ed Internet -tutti insieme, oh!- nella cassetta della posta.
E magari voi direte: yahoo! Ottimo Lallai, l’hai scampata ancora una volta! Si, col cazzo. E’ che dopo codesta chiamata io ho tempo solo fino a lunedì per ottenere il fottuto lavoro dei miei sogni, senza dovermi ritrovare ad attraversare la città ed essere pagata per fare dello stalking legalizzato a dei poveri cristi intimando loro di muovere il culo e (ri)mettersi in forma.
Che io il bonci-bonci del vincere facile l’ho dovuto giocare per forza di cose dopo luce, gas ed Internet -tutti insieme, oh!- nella cassetta della posta.
E magari voi direte: yahoo! Ottimo Lallai, l’hai scampata ancora una volta! Si, col cazzo. E’ che dopo codesta chiamata io ho tempo solo fino a lunedì per ottenere il fottuto lavoro dei miei sogni, senza dovermi ritrovare ad attraversare la città ed essere pagata per fare dello stalking legalizzato a dei poveri cristi intimando loro di muovere il culo e (ri)mettersi in forma.
E ce l’avevo quasi fatta, sapete?! Aveva tutta l’aria del miracolo dei miracoli. Mi chiamano dallo Shadi Vari, un locale rinomato e molto “high profile” della movida capitolina.
…realtà internazionale bla bla bla…organizzare eventi bla bla bla…milleduecento euro netti bla bla bla…si comincia dal primo settembre bla bla bla…ti chiamerà Mark per testare l’inglese. SBAM!
…realtà internazionale bla bla bla…organizzare eventi bla bla bla…milleduecento euro netti bla bla bla…si comincia dal primo settembre bla bla bla…ti chiamerà Mark per testare l’inglese. SBAM!
Che io stavo già accanto ad Icaro che volavo serafica: poi lo schianto. Che botta!
E Mark il mio inglese l’ha testato sì. Cazzo mi dici: “very nice english and pronunciation se poi riporti basico e per nulla internazionale?!? Stronzo. Ad ogni modo mi faranno sapere martedì, ma praticamente ho la stessa possibilità di ottenere il lavoro che ha Mark di sollevarsi dal cesso in questi giorni dopo la valanga di cagotti a multipli di cento che gli auguro ogni sera prima di andare a letto.
E va beh. Addio Shadi Vari. Pc alla mano, Lallai: forza e coraggio!…e via di cv! Uno solo degno di nota, inviamolo qui.
E ieri ci vado sì…la Bottega degli Artisti ed un lavoro che non mi si cuce addosso, no. Mi ci si tatua proprio, per Dio!
Avrò una risposta dopodomani e al momento sto procedendo dritta verso Rebibbia per l’ennesimo colloquio, ma rarissimo per qualità: praticantato da giornalista per una rivista wine&food. Che io gliel’ho detto che non voglio diventare giornalista pubblicista, ma mi hanno chiamata lo stesso. Che poi che cazzo ne sai?!? Da cosa nasce cosa! Tra due anni mi faccio il patentino e festeggerò i miei 40 realizzando il sogno di una vita: intervistare Gianni Sperti.
E ieri ci vado sì…la Bottega degli Artisti ed un lavoro che non mi si cuce addosso, no. Mi ci si tatua proprio, per Dio!
Avrò una risposta dopodomani e al momento sto procedendo dritta verso Rebibbia per l’ennesimo colloquio, ma rarissimo per qualità: praticantato da giornalista per una rivista wine&food. Che io gliel’ho detto che non voglio diventare giornalista pubblicista, ma mi hanno chiamata lo stesso. Che poi che cazzo ne sai?!? Da cosa nasce cosa! Tra due anni mi faccio il patentino e festeggerò i miei 40 realizzando il sogno di una vita: intervistare Gianni Sperti.
E niente…era per ragguagliarvi. E per esporvi anche la mia tesi.
Perché se avere un inglese di merda e non ottenere quel lavoro fosse stato in realtà un gran bel colpo di fortuna?
Perché se avere un inglese di merda e non ottenere quel lavoro fosse stato in realtà un gran bel colpo di fortuna?
Beh, cosa volete che vi dica?! Ci pensa quel fottuto genio di Battisti per me: lo scopriremo solo vivendo.