Ok, Lallai. Respira!
NIENTE PANICO.
Tu non dovrai prendere un aereo tra trentaquattro ore, undici minuti e quarantacinque secondi. No.
E non ti stai cagando in mano da due giorni a questa parte per tal misfatto. No.
Ma soprattutto: tu non devi preparare un bagaglio a mano!!! Assolutamente no.
Che io dico?! Ma come minchia vi viene in mente una coercizione tanto drastica, Cristo?! Seconda solo al “vietato imbarcare più di cento millilitri di liquidi”. Che questa l’ho appresa un paio d’ore fa, a dire il vero, ma mi sfugge comunque il senso. Il nesso. La connessione. Che l’olio di jojoba io dove cazzo me lo infilo?! Nel culo? Cioè: dev’essere solo cattiveria gratuita. Per forza! Perché che cazzo volete che ci faccia io con centoventicinque millilitri di olio di jojoba che in verità si legge hohoba ma la commessa dell’Upim ieri mi ha guardata come se le avessi domandato la strada per arrivare al san sepolcro di Gerusalemme (esiste?) con accento vagamente cirillico. E va beh!
Eh? Che volete che ci faccia??? Che massaggi il co-pilota per alleviargli le rughe centro fronte intimandogli dirottamento nel primo letto utile di San Vito Lo Capo??? (ricordarsi di googolare ” Co-pilota, chi è di preciso, si dice Fly Manager? Possibile sapere l’identità prima dell’imbarco? E se sì, lo trovo su Google Immagini???).
Ma comunque. Niente panico, Lallai!
Tu non dovrai assolutamente prendere un aereo tra trentaquattro ore, nove minuti e ventidue secondi. No!
Non ti stai cagando addosso.
Devi solo preparare un fottutissimo bagaglio a mano, Gesù. Il che è ancora peggio. Che appurata la faccenda dei liquidi, io, in questo beauty-case che chiamate “bagaglio a mano” che cazzo volete che c’infili??? Oltre alla trousse dei trucchi e a tre paia di scarpe, intendo. Devo stare via due notti e ben tre giorni, miei cari. No, dico: tre giorni. Qui ci entra giusto il mio livore per cotanta becera cattiveria ingiustificata, al più! Stronzi.
Che poi, giuro: penso di non aver mai invidiato nessuno in vita mia. Se si escludono Alessia Ventura per come le stava la mia fantastica salopette super stretch con lacci in caucciù che non ho mai messo ed il copilota Ryanair di cui sopra che soffre di attentati a colpi di olio di jojoba per le rughe in maniera totalmente gratuita, ovvio.
Ma di sicuro, è in momenti come questi che invidio chi viaggia spesso! Chi sa partorire bagagli a mano col minimo sforzo. E non si caga in mano varcando il portellone di quell’aggeggio infernale che su Wikipedia chiamano aereo.
Sì: io -Manuela Fabio, in Lallai- vi Invidio.
E comunque niente. Era solo per dirvi che devo preparare un bagaglio a mano e sto soffrendo di attacchi d’ansia da due ore.
Che devo prendere un aereo sabato mattina e che sto soffrendo di attacchi di panico da tre giorni. E, a tal proposito, urge una piccola parentesi che potrete leggere qui
Che io ‘sto cazzo di viaggio me lo merito. Che ho bisogno di staccare la spina! Che ne ho pieni i coglioni. Che sono stanca. Esausta! Che dentro il bagaglio a mano c’infilerei, ben piegato, il paradosso di questa mia esistenza: l’esasperazione di una donna che cerca ancora un lavoro che la gratifichi, ben sapendo che quest’ultimo è la cosa meno importante di una piramide alta tremila interessi.
Il problema è che si posiziona sempre alla base di tutti i vertici.
In questo mondo di merda, almeno.